venerdì

Io la considero Arte...




Un pò di storia


Arte di strada (street art) è il nome dato dai messi di comunicazione di massa a quelle forme di arte che si manifestino in luoghi pubblici, spesso illegalmente, nelle tecniche più disparate: spray, sticker art, stencil, proiezioni video, sculture ecc. La sostanziale differenza tra la street art e i graffiti si riscontra nella tecnica non per forza vincolati all'uso di vernice spray e al soggetto non obbligatoriamente legato allo studio della lettera, mentre il punto di incontro che spesso fa omologare le due discipline rimane il luogo e alle volte alcune modalità di esecuzione, oltre all'origine mass-mediatica della terminologia (originariamente semplicemente Writing).

A tre decenni dalla sua comparsa il fenomeno socio-culturale del graffitismo urbano ha ormai guadagnato, tramite le sue influenze sulle arti visive, una rilevanza unica sul panorama della creatività contemporanea. Un'autentica rivoluzione nel campo del graffitismo europeo si ebbe a Parigi negli anni '90, con artisti quali Stak, Andrè, Honet e altri. I graffiti influenzano la grafica pubblicitaria, le campagne di marketing, il gusto di migliaia di persone. Intorno al 2000, tra Francia, Inghilterra, Spagna, Italia, si assiste a qualcosa di nuovo e differente per le strade; numerosi creativi (artisti, fotografi, poeti, graffitai) abbandonano l'etnocentricità del movimento del writing e, proponendo lavori su poster, stencil o vernice traducono la loro esigenza d'espressione in una tensione costante verso la comunicazione di massa e la partecipazione del pubblico al senso dei propri interventi. Branksy, attivo già a Londra nei primi anni del 2000, ha estrapolato e diffuso più di chiunque il concetto di street Art: decorazioni a spray immediatamente traducibili e trasversali rispetto alla società che comunicano tematiche sociali quali la necessità di libertà d'espressione, il pacifismo, la brutalità della repressione poliziesca, la conformità della morale a regole di sola facciata, l'antiproibizionismo e il rispetto della libertà sessuale e di coscienza.


Ogni artista che pratica street art ha le proprie motivazioni personali, che possono essere molto varie. Alcuni la praticano come forma di sovversione, di critica o come tentativo di abolire la proprietà privata, rivendicando le strade e le piazze; altri più semplicemente vedono le città come un posto in cui poter esporre le proprie creazioni e in cui esprimere la propria arte. La street art offre infatti la possibilità di avere un pubblico vastissimo, spesso molto maggiore di quello di una tradizionale galleria d'arte.

Questo tipo di arte discende direttamente dalla Pop Art e dal Graffitismo, ponendosi però in un nuovo panorama a cavallo tra comunità sociale e mondo dell'arte, verso chi più propriamente artista propone i suoi lavori o chi, diversamente, utilizza la strada come luogo ribalta e vettore comunicativo.
Autentici pionieri in Italia furono PEA (Monica Cuighi) prima e sul finire degli anni '90 con un discorso del tutto personale, ma più approfonditamente la scena italiana ha saputo imporsi a livello europeo dai primi anni del duemila, con tre scuole a emergere più di altre, riconducibili a Milano, Bologna e Roma. La prima tra le due si concentra su una massificazione degli interventi per intercettare un pubblico il più vasto possibile, con decorazioni di piccola e media grandezza, sempre in grave contrasto con la municipalità e il governo della città. La seconda ha sviluppato invece uno stile che rende massiccia ogni decorazione più che una serialità serrata di interventi per le strade, che passano talvolta in secondo piano rispetto a fabbriche e aree metropolitane dismesse.Roma ha la sua importanza per quanto riguarda la tecnica stencil, grazie a Sten&Lenx , attivi dal 2001 e considerati i pionieri dello "Stencil Graffiti" in Italia. Milanesi protagonisti di tale movimento, intesi per la loro rilevanza sul pubblico ampio e non necessariamente addetto ai lavori, sono il pop artist Bros e il poeta di strada Iva Tresoldi, Abominevole e Ozmo che proposero i primi interventi a livello nazionale già nel 1999, Pao ed i suoi panettoni a pinguino, l'illustrarocker TvBoy, ora di stanza a Barcellona, Microbo e Bobo130 di certo con una maggiore partecipazione su scala internazionale, l'illustratore Cristian Sonda, Nais, lo stencil artist Orticalnoodles. Bolognesi doc, nonché particolarmente indicativi rispetto alle esperienze stilistiche e pratiche sopracitate, sono Blu, street artist e video maker ormai di fama mondiale, il collettivo Ericailcane, Dado e Stefy grazie anche alla loro passata esperienza nel mondo del writing nostrano. Verso la fine degli anni 2000, il movimento ha preso strade diverse e si è ormai in parte istituzionalizzato nella relazione con le municipalità in collaborazione con le quali spesso coopera, con musei, gallerie e grandi corporations.